
Ecco la seconda tappa del nostro itinerario on the road. Da Costa Paradiso si parte alla scoperta di posti meravigliosi, nascoti fra la costa settentrionale della Sardegna e il suo caratteristico entroterra, lontano dalle zone più turistiche.
Questa volta ci inoltreremo nella Gallura più interna in direzione del piccolo borgo di Luras, a 500 metri s.l.m. immerso in un suggestivo contesto naturale dove il granito e il sughero sono alla base dell’economia locale.
Famoso in tutto il mondo per le sue antiche tradizioni, gli ottimi vini, i dolmen e i suoi alberi millenari, questa antica località si raggiunge seguendo la strada che da Costa Paradiso risale verso Trinità d’Agultu e prosegue per Aggius. In circa 50 minuti d’auto, dopo aver attraversato valli incontaminate, vedute straordinarie, boschi di querce e sugherete, incominciamo a scorgere il piccolo borgo saldamente aggrappato alle pendici del monte Limbara.
La quotidianità è scandita dai ritmi della terra, generosa e ricca che grazie alla maestria dei suoi artigiani regala agli amanti del vino due bontà: il famoso Vermentino e un gustoso Nebbiolo. Come in altri piccoli borghi che contribuiscono a rendere quest’isola una terra unica, anche qui si incontra la Sardegna più vera. Gli anziani si ritrovano nella piazza principale o all’ombra di una delle tante chiesette, ma al centro di Luras, in una vecchia casa in massi granitici, c’è qualcosa che in altri posti non c’è, un tesoro a dimostrazione dell’antica cultura locale.
È il museo Galluras che raccoglie 5.000 reperti a testimonianza delle usanze delle genti di Luras. Ci lasciamo emozionare dalla storia di questi ricordi che appartengono a un passato neanche troppo lontano e ci facciamo catturare dal velo di mistero che avvolge il “martello” della Femina Agabbaòra.
Lasciato l’abitato ci dirigiamo verso nord-ovest sulla SP136 in direzione di un importantissimo patrimonio naturale. Ci aspetta una breve passeggiata lontano dal caos cittadino alla scoperta dei “Patriarca”, alcuni degli Olivastri millenari più antichi d’Europa, riconosciuti Monumento Naturale nel 1991 e fra i 20 alberi secolari più importanti d’Italia. Saggezza e maestosità si respirano sotto le loro chiome, ma anche attaccamento alle origini e alle tradizioni tipiche di questa terra. Siamo al cospetto di S’Ozzastru un “bis nonno” di circa 4000 anni che vorremmo abbracciare o ammirare stando seduti su una delle sue possenti radici. L’ammirazione verso queste imponenti “cattedrali della natura” ci accompagna verso il vicino Lago del Liscia dov’è possibile imbarcarsi su imbarcazioni in stile “Mississippi” per una mini crociera alla scoperta del paesaggio circostante.